Come in altri lavori selezionati da Jota Castro per il Padiglione dell'Urgenza - basti citare il discusso Autosabotage di Tania Bruguera - anche ne Le ceneri di Pasolini - il video inedito che Alfredo Jaar ha presentato a Venezia - etica ed estetica coincidono. Lavori politici quelli di The fear society, esempi di un'arte critica che esplorano le dinamiche sociali della paura, che investigano le strategie di potere, che pensano e attivamente contribuiscono alla costruzione di scenari diversi di sviluppo. 

Alfredo Jaar, Le ceneri di Pasolini, 2009, still da video.

Il video di Jaar rende omaggio a Pier Paolo Pasolini, poeta, giornalista e regista italiano assassinato nel 1975. Un intellettuale completo, di sinistra, come poi mai ce ne sono stati, coinvolto nella vita politica e culturale italiana del dopoguerra, una voce libera, che corse i suoi rischi e per la quale - dice Jaar - è stato ucciso: come sapete, non è ancora chiaro chi lo abbia ucciso ma secondo me è abbastanza chiaro il perché. La ragione è stata la paura. Paura della sua voce, del suo stile di vita, delle sue idee, della sua opinione e del suo intelletto.

Con Le ceneri di Pasolini - titolo che riecheggia Le ceneri di Gramsci scritto dallo stesso poeta in occasione della morte del politico italiano - Jaar rende omaggio a una voce che non è stata rimpiazzata da nessuno in quanto a coraggio e tenace volontà di testimonianza. Con Alfredo Jaar abbiamo parlato di questo, di paura, del lascito pasoliniano, di responsabilità individuali e collettive, di necessarie utopie.


La musica che accompagna l'intervista è Tension is rising e Time to move and motivate dalla compilation All's fair in love for wax, scaricabile da www.phlow-magazine.com.

 

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