Alberto Tadiello - Shift
Penso a questo lavoro come a un organismo che racconta di certe debolezze, stanchezze e cedimenti, lo immagino come una muffa che si dilata e si restringe a seconda dei valori di temperatura e umidità di un ambiente o come un parassita che vive in rapporto di simbiosi con un corpo, attaccandosi e vivendo con esso. [Alberto Tadiello]
Alberto Tadiello, Shift, 2009. Courtesy Fondazione Furla. Ph. Andrea Avezzù
Il vincitore della settima edizione del Premio Furla è nato nel 1983 in provincia di Vicenza, si è diplomato allo IUAV di Venezia e nel 2008 ha partecipato alla Triennale di Torino curata da Daniel Birnbaum.
Si chiama Alberto Tadiello e per sua stessa definizione, prova un interesse particolare per le resistenze, per il disegno e per la dimensione scultorea del suono. Il lavoro con cui ha vinto il Premio Furla è Shift, un impianto sonoro con cui registra le variazioni di tensione all'interno di un impianto elettrico, trasformandole in suono. Un sistema capace di rendere udibile il respiro di un edificio. Ecco come viene descritto il lavoro nel catalogo The Spirit in any condition does not burn, Edizioni Charta, 2009:
In musica, il Pitch shift è una variazione di frequenza della nota musicale, ridotta o aumentata di una certa quantità. Intuitivamente, l'effetto può essere banalmente riprodotto con un elastico teso fra le mani e pizzicato. Se durante la vibrazione l'elastico viene ulteriormente allungato, il suono prodotto diverrà più acuto; se esso viene rilasciato, il suono diverrà più grave.
Alberto Tadiello, Shift, 2009. Courtesy Fondazione Furla. Ph. Andrea Avezzù
L’impianto presente in un qualsiasi ambiente abitato si sviluppa in una distensione e ramificazione di cavi interna ai muri, ai solai, ai pavimenti; a seconda di quanti e quali apparecchi vengono ad esso collegati subisce variazioni e cali di tensione, dovuti alla maggiore o minore richiesta energetica degli apparecchi stessi. SHIFT è un sistema che permette la sonorizzazione dei cali di tensione di un impianto elettrico.
La struttura dell’opera, appoggiata a terra, è composta da un amplificatore e una coppia di casse audio, connessi ad una serie di trasformatori che alimentano circuiti in grado di convertire le variazioni di una frequenza elettrica nelle corrispettive frequenze audio.
L’intero sistema, alimentato da una normale presa, risulta dipendente dall’impianto al quale è collegato, trasformando in tempo reale la corrente in suono. L’altissima frequenza del flusso elettrico crea un fischio estremamente penetrante ed acuto che taglia e fora lo spazio. Una volta acceso e collegato, il suono vive di un proprio andamento, libero, non controllabile e dettato da una serie di variazioni che testimoniano lo svolgimento di un flusso e l’attività di un impianto, di una rete a cui quotidianamente ci si connette.
Le musiche che accompagnano l'intervista sono di Auto Pilot edite dalla netlabel 51 beats - an electronic experience.