Tra le novità della XV edizione di Artissima, il concorso Italian Wave ha permesso a sette giovani artisti italiani, non ancora rappresentati da una galleria commerciale, di presentare il proprio lavoro a galleristi ed esperti di settore.
Tra i finalisti di Italian Wave abbiamo incontrato il torinese Alessandro Sciaraffa che ha presentato un progetto site specific dal titolo Bell Tower. Una scultura sonora, una parete di luce composta di dodici lastre di ottone, suonate da pedali controllati da un algoritmo che non permette mai la ripetizione di una stessa sequenza di battiti. Una vera e propria sirena che ha attratto il pubblico della fiera, grazie alla forza evocativa del suono e allo spazio vibratile che Sciaraffa è riuscito a creare in uno spazio di 9 metri quadri.
L'artista - da anni impegnato in lavori sonori e già vincitore nel 2006 con Luca Congedo e Fabrizio Rosso del Premio Stockhausen - ci spiega come è nato il progetto, partito da uno studio antropologico inglese sul paesaggio occidentale, segnato dai rintocchi delle campane intese come limiti sonori di spazi fisici, politici ed economici.
Ci ha spiegato le fasi di progettazione, la ricerca della strumentazione adeguata - per i piatti ha collaborato in prima persona con la UFIP | Earcreated Cymbals - e l'importanza dei materiali scelti, dalla vernice antivibrante al quarzo ai microfoni sensibili alle vibrazioni fantasma.
Alessandro Sciaraffa, Bell Tower, 2008 Brass sheets and electronic-clappers.
L'interesse di Sciaraffa è quello di udire l'inudibile, di offrire un'esperienza fisica tout court, cavalcare le basse frequenze per entrare in diretta relazione con i visitatori.
La musica che accompagna l'intervista è di Lotus Flower - Blue Pattern e L'ipotesi del quattro scaricabile dalla netlabel dharmasound.com.