Jenny Holzer - For Siena
Ne parla il curatore Lorenzo Fusi
Dalle scenografie imponenti della Roma barocca di cui è stato committente appassionato – basti ricordare il colonnato del Bernini per San Pietro – Fabio Chigi, senese, divenuto Papa Alessandro VII nel 1655, non ha mancato di applicare le sue idee urbanistiche anche a Siena dove - negli anni del suo mandato al soglio pontificio – è intervenuto per dare respiro a Piazza Duomo, abbattendo il palazzo arcivescovile e aprendo il canalone che è tutt’oggi visibile alla destra della cattedrale. All’epoca il Palazzo arcivescovile era disertato dallo stesso vescovo di Siena tanto che quando Galileo Galilei, appena condannato, arrivò di confino a Siena, grazie all’intercessione dell’amico vescovo Ascanio Piccolomini, non alloggiò in Piazza Duomo, bensì al Palazzo delle Papesse, dimora della famiglia Piccolomini e dello stesso Ascanio.
Jenny Holzer, For Siena, 2009. Copyright 2009 Jenny Holzer, member Artists Rights Society (ARS), NY, SIAE, RomePhoto: Maranzano/Bialkowska
Oggi, quel corridoio alla destra della cattedrale è “invaso” da For Siena, una spettacolare istallazione luminosa di Jenny Holzer, commissionata da SMS Contemporanea per la facciata del Santa Maria della Scala, l’ex ospedale – oggi polo museale - che dalla scalinata del duomo prende il nome e che segna il perimetro ovest della piazza. Un edificio difficilmente riconoscibile e leggibile come struttura unica dato l’effetto patchwork dei materiali e delle sue superfici.
L’idea di dare visibilità al Santa Maria della Scala, di aprirsi all’esterno, la volontà di dialogare con il passato e di proporre un’opera di impatto e di scala monumentale senza sovraccaricare uno spazio già imponente e ricco, ha portato alla scelta di un’opera di luce che illuminasse e che catalizzasse l’attenzione sulla facciata del museo, proprio lì dove – a cercare un ulteriore legame con il passato - un tempo c’erano gli affreschi dei fratelli Lorenzetti.
In questa intervista Lorenzo Fusi, curatore di SMS Contemporanea, ripercorre la carriera dell’artista – dai billboard di led alle proiezioni allo xenon - e svela i trucchi della sua magia luminosa, visibile - fino al 25 maggio - ogni notte, dall’imbrunire fino a mezzanotte. Una proiezione imponente che dalla pavimentazione della piazza sale sulla facciata animandola di lettere gigantesche che si concatenano per formare parole e frasi.
Jenny Holzer, For Siena, 2009. Copyright 2009 Jenny Holzer, member Artists Rights Society (ARS), NY, SIAE, RomePhoto: Maranzano/Bialkowska
Iscritti all’interno del filone dell’arte concettuale, gli interventi della Holzer mettono in scena la parola che - sparata, proiettata e offerta spesso nei modi dello slogan pubblicitario e in contesti topici della società dei consumi – invita alla riflessione sui temi caldi della nostra vita. Brevi aforismi, ovvietà – truismi come disprezzarsi fa più male che bene, dare un nome alle proprie paure è tranquillizzante, è impossibile comprendere l’altro sesso, è ingiusto pretendere che gli altri siano diversi da ciò che sono - che attingono alle nostre convinzioni preconcette ma si susseguono contraddicendosi l’un con l’altro, contrapponendo istinti buonisti alla più naturale cattiveria, mostrando la nostra ambivalenza e le nostre idiosincrasie.
Le musiche che accompagnano quest'intervista sono Internet Love di Port Royal, Molly has been cured di Leben e As we sleep di Let's drive to Alaska; scaricabili dalla netlabel Muertepop.
Questa intervista è realizzata nell'ambito del progetto SIR - sistema informativo regionale per l'arte contemporanea.