Una personale - la prima in un'istituzione italiana - dedicata dall'SMS Contemporanea all'artista francesce, dal 13 dicembre 2008 al 1° marzo 2009.

Dopo la retrospettiva dedicata all'opera di Gordon Matta Clark, si tratta di un'altra esposizione incentrata sullo spazio pubblico - una riflessione sul suo utilizzo e occupazione, sul paesaggio urbano, sui rapporti fra centro e periferia, sulla convivenza metropolitana, le politiche abitative e l'urbanistica - con una particolare attenzione alle relazioni tra le pratiche artistiche degli anni Settanta e quelle più attuali.

Cyprien Gaillard, Real Remnants of Fictive War V, still da video.
 

Cyprien Gaillard, così come lo stesso Matta-Clark, è artista poliedrico e si muove a suo agio fra i più svariati linguaggi espressivi. All'SMS Contemporanea si è scelto di dare maggiore risalto alla produzione filmica, presentando alcune delle opere più recenti e significative - come la serie di silenziose esplosioni del ciclo Real Remnants of Fictive War, il video The Lake Arches, il film Desniansky Raion - oltre a una serie di fotografie di grande formato, allestite negli spazi di collegamento del Santa Maria della Scala. Di particolare interesse, visto il contesto in cui sono presentate, è La Grande Allée du Chateau de Oiron, una foto che documenta il viale che conduce a una dimora storica – considerata patrimonio artistico e architettonico nazionale francese – che l'artista ha lastricato con i detriti derivanti dalla demolizione di un edificio popolare della cittadina di Issy-les-Moulineaux.
Ed è a partire proprio da questa ultima fotografia che Claudia Cargnel, gallerista di Gaillard, ci parla del suo lavoro su modernismo, disordine e paesaggi entropici.

Lorenzo Fusi - curatore della mostra - introduce il lavoro dell'artista, i quesiti sollevati e quelli cui cerca risposta. Dai legami con i movimenti artistici degli anni Settanta all'interesse per l'estetica dell'architettura fallimentare, dal lavoro sul labile confine tra vandalismo di stato e atto illecito individuale all'attenzione ai paesaggi suburbani e alle demolizioni spettacolari. Un lavoro, dice Lorenzo Fusi, che non si confonde con l'operato degli architetti, che non cerca risposte politiche al fallimento delle utopie sociali e architettoniche ma che piuttosto pone attenzione all'estetica e alla bellezza della rovina e delle architetture disertate e cerca di cambiare il nostro approccio a quegli edifici che hanno un valore storico nonostante il loro fallimento. Una rieducazione al paesaggio e alle forze entropiche che lo ridefiniscono.

L'intervista a Lorenzo Fusi è accompagnata da Capoimprov di Jonatan Fisher scaricabile da Hippocamp, da V2 di Bunny per BIM, da Maintain Focus di AA Beckett e da La Pluga di Balcan Intruder, disponibile da Zymogen

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