Mario Pfeifer | Again Noch Einmal

INTERVISTE

Again, Noch Einmal, il video a due canali prodotto da Mario Pfeifer per la scorsa Biennale di Berlino, è uno sguardo ravvicinato sul dilagante razzismo che sta seducendo di nuovo, ancora, la Germania. Pfeifer ricostruisce e mette in scena un caso giudiziario che ha suscitato molto controversie:

 

Sassonia, Germania Est, luglio 2016. Quattro uomini immobilizzano Schabas Saleh Al-Aziz, un rifugiato iracheno di Arnsdorf, e lo trascinano fuori da un supermercato dove, dicono, si sta comportando in modo minaccioso contro la cassiera. Una volta fuori, lo legano a un albero con delle fascette di plastica. L'intera scena è filmata da un testimone e il video, pubblicato dopo qualche giorno su Youtube, diventa virale.

 

Questi sono i fatti che Mario Pfeifer ha ricostruito: un supermercato, un giorno qualsiasi, un giovane iracheno cerca di comprare una ricarica telefonica, non parla bene il tedesco, è agitato, la cassiera e i suoi colleghi gli chiedono di uscire, il ragazzo non ha soldi. Poi arrivano quattro uomini vestiti di nero, entrano in branco, sono 4 contro 1, lo portano fuori e lo legano a un albero. Nessuno dei clienti sembra particolarmente impressionato, un testimone riprende la scena col telefonino, probabilmente è una donna. Pfeifer ripercorre l'intera vicenda, rimettendola in scena con degli attori che interpretano i fatti incriminati di fronte a una giuria di cittadini tedeschi, persone che a loro volta hanno una storia di migrazione alle spalle.  

 

Guidano l'investigazione una donna e un uomo [sono gli attori Mark Waschke e Dennenesch Zoudé]. Fanno parte della scena, sono clienti del supermercato ma Pfeifer li investe di un ruolo guida, come fossero presentatori televisivi di un talk show o arringatori in tribunale. Attraverso il loro dialogo, tra domande e osservazioni pervase da una strisciante ambiguità, lo spettatore e la giuria che li sta ascoltando, ottengono dettagli della vita di Schabas Saleh Al-Aziz e diverse prospettive sulla scena del crimine. 

 

Ph. Again Noch Einmal, Mario Pfeifer Studio, video still, 2018

 

A partire dall'evento di Arnsdorf - la crisi tedesca ed europea dei rifugiati è sempre sullo sfondo - abbiamo parlato di coraggio civile e giustizia da vigilante, di quanto questi due comportamenti siano sempre più confusi e sfumati; abbiamo parlato di media, rappresentazione, percezione e interesse pubblico.

Della sua personale alla Kunstsammlungen di Chemnitz [lo scorso agosto una persona è stato pugnalata a morte da due uomini provenienti dalla Siria e dall'Iraq. Il caso è stato immediatamente strumentalizzato, la tensione è esplosa fino a che circa 6000 persone appartenenti allo spettro politico dell'estrema destra, hanno manifestato nelle strade di Chemnitz urlando contro i migranti e inneggiando a Hitler] Pfeifer parla della sua fiducia nell'arte e nei musei come un luogo contemplativo e inclusivo dove riflettere oltre i canoni delle più tradizionali arene politiche e sociali.

 

L'intervista a Mario Pfeifer è prodotta nell’ambito del progetto SEEDS FOR FUTURE MEMORIES, una piattaforma di scambio artistico tra Villa Romana, Firenze e Thread, una residenza per artisti a Sinthian, Senegal. Nel corso del 2018, tredici artisti si sono spostati tra l'una e l'altra residenza per dare voce ai due poli degli attuali flussi migratori. Mario Pfeifer è uno di loro. 

 

L'intervista è accompagnata da clip audio di Again Noch Einmal e del trailer del video.
A questi si aggiungono degi estratti audio dal video postato su Youtube e da alcune riprese di manifestazioni di estrema destra in Germania. 
 

Mario Pfeifer (nato a Dresda nel 1981) esplora attraverso il mezzo cinematografico, strutture di rappresentazione e convenzioni in luoghi e regioni come Mumbai, la California e il Sahara occidentale. In una pratica di sovrapposizioni, egli intreccia riferimenti bibliografici alla storia dell'arte, al cinema e alla politica. Pfeifer ha esposto in tutto il mondo, in istituzioni quali il Museo Nacional de Bellas Artes, Santiago del Cile (2014), il Fotomuseum, Winterthur (2015), la Kunsthalle, San Paolo (2016) e alla GFZK, Leipzig (2016). I suoi film sono stati proiettati al MoMA PS1 di New York (2013), alla Kunsthaus, Bregenz (2013), al Seoul New Media Festival, Seoul (2015), al Filmfest, Oberhausen (2016) e al CAC Contemporary Art Center, Vilnius (2016). Pfeifer ha ricevuto numerosi riconoscimenti per il suo lavoro: il VideoArtAward Bremen, il Salon Video Art Prize a Londra nel 2011 e il Premio Celeste a Roma nel 2012.

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