Simon Starling - Constellation
Intervista realizzata in occasione della mostra The inaccessible poem, alla Fondazione Merz fino al 15 gennaio 2012.
Simon Starling conosce piuttosto bene Torino; negli ultimi anni è stata un terreno fertile di incontri e narrazioni. Era giunto il tempo che incontrasse Mario Merz e che lasciasse nuovamente risuonare quella poetica costellazione di significati, forme e storie che Starling è maestro nel comporre e che in questa mostra The Inaccessible Poem assorbe il lavoro di Mario Merz e lo proietta affianco ai suoi più recenti, a quelli di Carpenter e Nasmyth, Faivovic & Goldberg e Sture Johannesson.
Mario Merz, Spostamenti della terra e della luna su un asse, 2003, Triplo igloo: strutture metalliche, vetro, pietra, neon, morsetti, creta, Coll. Merz, Torino.
La mostra nasce dal desiderio di Starling di svincolarsi dall'implicito confronto diretto e univoco con l'opera di Mario Merz e si struttura, sia concettualmente, sia fisicamente come un'orbita in cui la discrepanza - quel terreno scivoloso e sorprendente tra la nascita di un'idea, tra un'intuizione e la sua resa attraverso la tecnologia - è la chiave di lettura per leggere le opere selezionate.
La parola che ricorre però in mente, ancora e più sovente, è costellazione. Vi invitiamo a vedere la mostra, bellissima, e a seguire questo condensato di storie apparentemente distanti:
What I'm trying to do is - and perhaps, again, the image of the constellation is a good one - to hold all these different stories in the same sort of constellation, momentarily perhaps, kind of giving them a sort of gravitational attraction and making often stories and histories that seem very disperate stick together so you can rethink them all. The film downstairs, Project for a Masquerade (Hiroshima), which was made early this year, is a very good example of that: it takes the story of the commissioning of a sculpture by Chicago University from Henry Moore in the 60s as a sort of marker for the first sustainable nuclear reaction that Fermi produced in 1942 which of course led to the atom bomb project and take that as a core and then looks at that through the device of a piece of XVI centrury Noh Theatre - which are not something you normally connect with each other - and then recast that Noh play with a number of figures both fictonal and historical from that moment, the 60s and the cold war moment: Antony Blunt, James Bond, Joseph Hirshon...It is a kind of playful attempt to sort of think about a specific moment of the art history but in a expanded field and I think the Cold War moment is very interesting to me at the moment... [Simon Starling]
Simon Starling, 1,1,2, 2011, 1 blocco con taglio grezzo e 2 blocchi di marmo di Carrara tagliati con CNC (controllo numerico computerizzato), fionde, sistema di pulegge, corda, cavo, ceppi, courtesy l’artista e Galleria Franco Noero, Torino.
Links utili:
• Pitt River Museum,Oxford
• The Moon considered as a Planet, a World and a Satellite
• A Guide to Campo Cielo
• Atom Piece/Nuclear Energy, Henry Moore, 1963
• Carpenter e Nasmyth
• Simon Starling's Black Drop, etc. (Some Notes On Slippage)
Simon Starling, Project for a Masquerade (Hiroshima), 2010, film 16 mm trasferito in HD, courtesy l’artista e Galleria Franco Noero, Torino