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Lydia Ourahmane per Festival des Gestes de la Recherche
"Sto studiando i sensori laser sviluppati e impiegati in operazioni segrete di sorveglianza - sistemi che funzionano a distanza così da controllare o 'entrare' anche in spazi non accessibili - e sto testando un laser per rilevare micro vibrazioni su lastre di vetro, così da convertirle in suoni udibili.
Al momento sono impegnata nella costruzione di un microfono laser, e ne presento i primi risultati, tutti sperimentali: questa operazione ha preso più tempo del previsto, ma si tratta di un approccio completamente nuovo al lavoro con il suono che sto sviluppando per la mia prossima personale alla Kunsthalle di Basilea".
aspect:ratio 02 (5m) è presentato da Festival des Gestes de la Recherche, un momento di produzione di conoscenza e di condivisione pubblica della ricerca sviluppata nell'anno accademico 2019/2020 nell'ambito del progetto di ricerca Hospitalité artistique et activisme visuel pour une Europe diasporique et post-occidentale guidato da Katia Schneller e Simone Frangi all'ESAD di Grenoble.
Lydia Ourahmane (nata nel 1992, Saïda) è un'artista multidisciplinare di base ad Algeri. La sua pratica esplora le principali questioni geopolitiche del nostro tempo, mettendo alla prova la permeabilità dei confini e l'esservi in equilibrio costante. Negli ultimi anni il suo lavoro si è concentrato su complesse storie di colonialismo e migrazione, in un'esplorazione poetica del presente, del personale e del politico. Si è laureata alla Goldsmiths University di Londra nel 2014 e ha esposto a livello internazionale. Tra le mostre recenti si segnalano: Solar Cry, Wattis Institute of Contemporary Art, San Francisco; Homeless Souls, Louisiana Museum of Modern Art, Danimarca; Crude, Jameel Art Center, Dubai; Manifesta 12, Palermo; Jaou, Tunisi; Droit du sang, Kunstverein München, Monaco; 2018 New Museum Triennial: Songs for Sabotage, New Museum, New York; The You In Us, Chisenhale Gallery, Londra.