Jorge Macchi - I'm NOT a conceptual artist

INTERVISTE

Abbiamo incontrato Jorge Macchi in occasione della sua seconda personale alla Galleria Continua di San Gimignano; presenta una serie eterogenea di lavori che trovano un perfetto complementare visivo e concettuale nelle opere di Mona Hatoum che - con l'artista argentino - occupa gli spazi della galleria. 

Jorge Macchi, Mars Attack, 2009. Courtesy Galleria Continua.


Seppur diversi per souvenir - come li chiama Macchi - per memorie di provenienza, entrambi condividono una simile capacità di rivedere e far vedere con nuovi occhi, oggetti e realtà quotidiane. Un rendez-vous di significati, che filtrati dalla sottile ironia di Macchi, danno vita e si trasformano in immagini e significati nuovi. 

Ed è proprio Rendez-vous il titolo della mostra e il nome di un imponente armadio che, rotolato giù dalle scale principali della galleria, entra di spigolo nello specchio che accidentalmente si trova sul suo percorso. Lo specchio sulla parete incontra quello sull'anta dell'armadio e insieme danno vita a ricorsi, fughe si immagini, strati multipli di senso. 

Jorge Macchi, Rendez-Vous, 2009. Courtesy Galleria Continua.

The title of the exhibition, Rendez-vous, for me is very important because when two mirrors meet they multiply the images and senses and this is the way I have been thinking of this exhibition: how material, how concepts and objects come together and produce new readings of everyday life.

E quando si parla di ironia come dispositivo di pensiero:

For me humor is very important even if it is not humor for laughing but it is humor for smiling. For me, smiling is much more important than laughing; when you smile you have the possibility to think

Non si può non sottolineare come l'ironia scaturisca da una perfetta sintesi tra immagine e significati, dal senso di disorientamento cognitivo e dalla sorpresa che nasce di fronte ad opere come 12 Short Songs, un video, una ripresa fissa su un piccolo carillon preparato sulle cui partiture di carta sono perforate frasi apocalittiche raccolte dai giornali, come World faces total economic meltdown, now it's a crisis, recovery will be slow and sluggish. La nenia che ne esce, una musica dolce tipica dei carillon è una composizione casuale, determinata soltanto dall'altezza delle lettere o dalla decisione di scrivere in stampatello invece che in corsivo. Catastrofiche previsioni che però suonano bene!


Di composizioni casuali abbiamo parlato anche in merito ad altri lavori video realizzati in passato grazie alla collaborazione con Edgardo Rudnitzky. Gli abbiamo chiesto quanto e se la collaborazione con Rudnitzky abbia cambiato il suo modo di pensare e creare un'opera d'arte e se - per le opere che coinvolgono il suono - parta da un'idea che è essa stessa un suono. Jorge Macchi ci ha risposto così:

Everytime I start a new work I start with an image, that's why I'm not a conceptual artist.

Jorge Macchi, Planet  2009. Courtesy Galleria Continua.


La musica che accompagna l'intervista è: At the soar to set the sail di Julian Mier tratta da Have Courage funny ThingFreedom dance da Eternal Butterfly di Astreiness e 1,2,3 piano di Greendjohn, dall'album Nights and Days, scaricabili da Jamendo.com .

 

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