Tom Nicholson - Lines towards another century
This jointly retrospective-prospective use of the archival document is the activation of an imaginary character in the archive...
The imaginary is part of the archive, as a kind of self-collaging system in which impossible juxtapositions present themselves, and documents, especially photographs, often present themselves separated from the narratives which would make sense of them. Although in an ideal system documents in an archive are ordered or can be contextualized in such a way as to produce coherent narratives, very often institutional archives sever from their objects the information or contexts which give them their original meanings. In this context, archival material can assume meanings precisely through its liberation from its original contexts, through imaginary relations. [Tom Nicholson]
Tom Nicholson, After action for another library, 2007.
In occasione di Archive/ Counter Archive Conference abbiamo incontrato l'artista australiano Tom Nicholson. Da Action for another library - il lavoro installato nel 2007 al Palazzo delle Papesse per la mostra System Error - ai progetti più recenti (Printed pages / Bearing images / 1998-2008 o Lines towards another century), la ricerca di Nicholson è inquadrabile all'interno del dibattito sulla relazione tra pratica artistica contemporanea e archivi. Una relazione che chiama in causa memoria e identità (individuali e collettive) - quanto l'archivio serve come bacino per le mitologie fondanti dell'identità nazionali? Quanto la lettura degli archivi influisce sulla costituzione di nascenti democrazie e quanto la costruzione dell'identità influenza il nostro modo di guardare al passato? - ricordo e amnesia, accesso, horror vacui delle nuove tecnologie di archiviazione, verità, narrazione e immaginari.
Tom Nicholson - con Andrew Byrne - Lines toward another century, Venezia, 2010.
Con Nicholson - a partire da Lines towards another century, lavoro nato dalla collaborazione con il compositore Andrew Byrne e recentemente presentato a Venezia con la partecipazione de L'Arsenale Ensemble - abbiamo parlato dell'archivio come innescatore di immaginari, della necessità che non sia monumento alla storia e contenitore che susciti solo nostalgia, ma anche strumento per una lettura responsabile del passato e del presente.
Con lui abbiamo parlato anche di liste, confini, linee, della relazione tra la pratica del disegno e la stesura di confini. Dell'ambivalente natura dell'archivio come mezzo di coesione e coerenza - il che lo mette al servizio della politica - e deposito d’incoerenze, scarti e discontinuità. Il tutto filtrato dall'esperienza australiana, dove gli artisti si sono spesso occupati della narrativa coloniale attraverso materiale d'archivio.