Laura Belém
Bells for one's inner silence
Laura Belém, Temple of Thousand Bells, Liverpool Biennale, 2010.
Mille campane di vetro sono state soffiate per la Biennale di Liverpool e raccontano una leggenda.
La leggenda di un tempio costruito su un'isola e delle sue 1000 campane che suonavano al vento. Un giorno quest'isola è affondata trascinando in acqua il tempio ma le sue campane hanno continuato a suonare nel profondo del mare. La leggenda racconta la storia di un marinaio che parte e attraversa i mari alla ricerca del tempio guidato dal suono delle sue campane.
Per Touched è l'artista brasiliana Laura Belém a raccontare questa storia, con The Temple of a Thousand Bells, un’installazione aerea di piccole campane di vetro appese alla navata centrale dell'Oratorio al di fuori della Cattedrale di Liverpool.
Insieme abbiamo parlato di percezione, di leggende, di suono e di come il lavoro dell'artista brasiliana inviti il visitatore a rallentare e ad ascoltare il proprio silenzio.
Ed è proprio questa riconnessione con lo spazio privato, intimo, uno dei punti focali del lavoro di Laura Belém, per cui "politico significa essere cosciente" e non è necessario alzare la voce o sollevare una bandiera ma "ogni opera d'arte che ti costringa a rallentare e riflettere [anche su te stesso] è in qualche modo un lavoro politico".
Quest'intervista è accompagnata dal suono dell'installazione Temple of a thousand bells composto da Fernando Rocha. La musica invece è What remains in a breath di Massimo Berizzi pubblicata dalla netlabel 51.beats.