Fabrice Monteiro

Human is what interests me

INTERVISTE

"Credo che nella vita si attraversino tanti crocevia che lentamente ti portano da qualche parte e che a un certo punto tutto abbia un senso.

Ho passato dodici anni a lavorare com modello e a osservare come lavorano i fotografi di moda. Ho imparato molte cose sulla luce, la posa, su come creare un'immagine. Quando poi sono passato dall'altra parte della lente, ho cominciato in modo naturale a occuparmi di moda, ma molto presto mi è parso un mezzo limitato, considerando la forza delle immagini e come queste possano parlare a tanta gente.

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[img: A gorean summer © Fabrice Monteiro, 2015]

 

Non voglio che il mio lavoro sia visto come afrocentrico, il mio interesse più grande risiede nell'essere umano. E forse il fatto che io sia cresciuto in Africa con madre Europea e padre Africano mi ha aperto gli occhi verso prospettive diverse. Per esempio nella mia serie A Gorean summer series, l'obiettivo era quello di catturare l'essenza di sentimenti umani come l'amore, l'amicizia, la felicità, le relazioni familiari. Un tipo di immagini che non si vede spesso quando si rappresenta l'Africa. E scattare queste istantanee di umanità in un paese musulmano era parte della sfida...

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Non mi vedo come un foto-documentarista, semplicemente utilizzo ogni mezzo a mia disposizione per raggiunger el'obiettivo. Il medium deve servire lo scopo.

 

[img: The Prophecy © Fabrice Monteiro, 2015]

 

Da qualche tempo lavoro su di un progetto con cui cerco di esplorare l'idea stessa di identità. Uno dei punti chiave del discorso è l'invezione dell'idea di razza e di come questa si stata e sia ancora utilizzata per creare divisioni fra i popoli.  

Guardando alla fotografia e agli archivi etnografici, mi sono imbattuto in una tecnica inventata alla fine dell'Ottocento dall'etnografo inglese Sir Francis Galton. La tecnica era inizialmente utilizzata per identificare i criminali, ma in seguito si provò ad utilizzarla per identificare i tratti essenziali di diversi gruppi etnici e razze.

Io sto utlizzando la stessa tecnica per mettere in evidenza i modi in cui vengono rappresentati i migranti, anzi di come vengano sistematicamente de-umanizzati...

L’intervista [in inlgese] a Fabrica Monteiro è prodotta in collaborazione con Villa Romana, nell’ambito del progetto SEEDS FOR FUTURE MEMORIES, una piattaforma di scambio artistico tra Villa Romana, Firenze e Thread, una residenza per artisti a Sinthian, Senegal. Nel corso del 2018, tredici artisti si sposteranno tra l'una e l'altra residenza per dare voce ai due poli degli attuali flussi migratori. Fabrice Monteiro è uno di loro.

 

Per saperne di più, visitate il sito www.seedsforfuturememories.com.

 

Qui su Radio Papesse potete ascoltarne un edit audio. 

 

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