Luciano Massari - Il marmo chiede umilt

INTERVISTE

Cai Guo-Qiang, One Thousand Youngsters Drawing David, XIV Biennale Internazionale di Scultura di Carrara, 2010.

Cai Guo-Qiang ha scelto le alte pareti bianche delle Cave Michelangelo per la proiezione notturna di One Thousand Youngsters Drawing David, un video che ritrae mille giovani allievi cinesi intenti a ritrarre a mano un calco del David di Michelangelo. Un ritorno alla materia, dal David a quelle cave da cui proviene e da cui, da secoli, si estrae e si coltiva uno dei marmi più pregiati e puri; blocchi di marmo tagliati oggi con filo di diamante, strappati alla montagna ieri grazie al lavoro di decine di uomini e alla polvere da sparo.
Ogni giorno 15.000 tonnellate di montagna vengono abbattute. A Carrara il marmo è ovunque, anche nell'aria, a causa delle nubi di polvere che scendono lungo le chine dei monti, sollevate dal vento e portate a valle. Una modernità in polvere quella di Carrara, che rispecchia lo stesso processo di frammentazione sociale e crollo delle ideologie che ha portato alla caduta del monumento e a quel processo di de-monumentalizzazione su cui cerca di riflettere Fabio Cavallucci con la XIV Biennale di Scultura. 

Carrara però continua a offrire artigiani eccellenti e ci siamo chiesti spesso che facce abbiano e che lavoro facciano questi operatori che non hanno nome, che lavorano per gli artisti e al loro fianco. 
Non potevamo lasciare Carrara senza aver capito come si scolpisce oggi il marmo - chi lo lavora prima che entri nel circuito dell'arte contemporanea - e abbiamo deciso di parlare con Luciano Massari, scultore e direttore artistico degli Studi d'Arte Cave Michelangelo, un laboratorio in cui si realizzano le idee di quegli artisti contemporanei che tornano alla scultura e al marmo. 

Abbiamo parlato di autorialità e collaborazione, di tradizione, manualità e tecnologia, di quanto sia cambiato l'approccio degli artisti alla scultura e alla materia, di Vedovamazzei che deforma il volto della Bonarelli del Bernini, di Maurizio Cattelan che fa una tomba alla scultura morta di Craxi, di Giuseppe Penone e le sue pelli, di Giorgio Andreotta Calò che sale in cava e rende omaggio al lavoro di quei cavatori che di marmo sono morti, ma soprattutto chiudiamo l'intervista parlando della grande umiltà e responsabilità che il marmo richiede: 

Un pezzo di marmo che viene nel laboratorio - dice Massari - è fatica sudore e sangue delle persone, lavorarlo è una grande responsabilità perché stiamo lavorando a un pezzo di natura e la natura non fa sconti....Quanto è bella una scaglia di marmo che con un solo colpo di mazza si stacca dalla montagna e vedi l'energia, la vedi brillare, ti sta nelle mani. Il lavoro dell'artista è sottile, può essere di manipolazione per un'idea ma può anche essere un lavoro di grande rispetto per la materia.

Lo speciale di Radio Papesse dalla Biennale di Carrara è stato realizzato grazie al supporto logistico di Maddalena Fossombroni, Pietro Torrigiani e Castello in Movimento al Castello Malaspina di Fosdinovo.

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