- i
- Lucia festival 2024
- Life Chronicles of Dorothea Ïesj S.P.U.
- RTM
- Gian Piero Frassinelli
- LUCIA 2021
- Plotting the Urban Body
- Festival des Gestes...
- Lieviti
- LUCIA 2019
- Benjamin 2019
- Radio Symphony Orchestra
- RIVA | Confluenze
- Süden Radio 2017
- Giuseppe Chiari
- Arno Atlas II
- Children of Unquiet
- Arno Atlas
- Süden Radio 2013
- Nuovi Paesaggi
- La radio a pedali
- Pictures of you
Festival des Gestes de la Recherche
23.24.25 Novembre | LIVE su RADIO PAPESSE
FESTIVAL DES GESTES DE LA RECHERCE
Live su radiopapesse.org e pratiquesdhospitalite.com**
23.24.25 Novembre 2020
ore 18.00
Presentato da Pratiques d'hospitalité e Radio Papesse nell'ambito delle attività di ricerca Hospitalité artistique et activisme visuel pour une Europe diasporique et post-occidentale.
Con Lotte Arndt, Samir Boumediene, Alessandra Eramo, Abdellah M. Hassak, Kamila Metwaly, Pierre Michelon, Josèfa Ntjam, Lydia Ourahmane, Amelia Umuhire. E le/gli student_ e le/i diplomat_ de l'ESAD Grenoble-Valence: Cindy Bannani, Clara Merlot-Declerck, Aïda Diop, Hugo Hervé, Mathilde Pitrel, Myriam Ribon, Amar Ruiz, Louve Seyve-Falaise, Tom Stockton.
Curato da: Katia Schneller, Simone Frangi, Benjamin Seror, Antoinette Ohannessian, Ilaria Gadenz and Carola Haupt.
Un programma di otto inviti e nuove commissioni, tra performance, suono, video e contributi teorici. Oltre ai tre live radiofonici, il festival presenta Amara (2019) un film di Pierre Michelon, conferenze online di Lotte Arndt e Samir Boumediene e un programma di lavori audio realizzati da studenti e neolaureati ESAD. L'intero programma è disponibile online su pratiquesdhospitalite.com. Qui sotto trovate invece il programma radiofonico in dettaglio!
PROGRAMMA ON AIR
23 Novembre 2020
Politique de l’écoute
con Katia Schneller e Simone Frangi, Abdellah Hassak, Pierre Michelon & Tom Stockton e Amelia Umuhire.
24 Novembre 2020
Perdre le Nord: nouvelles formes métaphoriques de la représentation du Sud
con Katia Schneller e Simone Frangi, Alessandra Eramo, Kamila Metwaly.
25 Novembre 2020
Cartographier la complexité post-identitaire et refuser les assignations
Con Katia Schneller e Simone Frangi, Lydia Ourahmane, Benjmin Seror, Josèfa Ntjam.
Il Festival
Il Festival des Gestes de la Recerche è concepito come un momento di produzione di conoscenza e di condivisione pubblica della ricerca sviluppata durante l'anno accademico 2019/2020 nell'ambito del progetto di ricerca Hospitalité artistique et activisme visuel pour une Europe diasporique et post-occidentale guidato da Katia Schneller e Simone Frangi all'ESAD di Grenoble.
L'obiettivo è produrre un intreccio di forme di discorso ed esperienze che de-gerarchizzino le relazioni tra teoria e pratica. Il programma della I edizione del festival è dedicato alle dinamiche diasporiche e alle possibilità - per popolazioni, soggettività e risorse naturali mobili e disperse - di sfidare ogni omogeneità di identità culturale, geografica e politica. Si tratta di mettere in discussione il progetto imperialista moderno dell'Europa, di adottare pratiche sonore e di ascolto per decostruire le narrazioni politiche che omogeneizzano e sostengono la costruzione di un'identità europea monolitica.
Come può l'esperienza dell'ascolto - intesa non come ricezione passiva, ma come una costante negoziazione tra ricezione e interpretazione - mettere in dubbio la natura binaria degli stati nazionali (interno/esterno, inclusione/esclusione, cittadino/non cittadino)? Per rispondere a questo domanda, indaghiamo gli spazi liminali e interstiziali che sono esclusi dalla cartografia tradizionale ma i cui paesaggi sonori si aprono a narrazioni fluide.
Ospiti
Alessandra Eramo è una sound artist e vocalist di base a Berlino. Esplorando i territori acustici latenti della voce umana e il rumore come materia socio-politica. Combinando arte visiva e musica contemporanea, sviluppa progetti artistici e live performances che affrontano questioni relative al corpo, alla memoria e all'identità, spesso adottando strategie partecipative e site-specific, field recording e approcci sperimentali alla composizione. Centrale nel suo lavoro è l'estensione della voce in tutte le sue forme e implicazioni, in contesti sia sonori sia visivi.
Ha esposto e si è esibita ampiamente in festival, musei, gallerie, radio e istituzioni come: SAVVY Contemporary Berlino, Deutschlandfunk Kultur Klangkunst, Liminaria/Manifesta12 Palermo, Tempo Reale Festival Firenze, 6° Biennale d'Arte Contemporanea di Salonicco, Transmediale Berlin, Heroines of Sound Festival Berlino, Museum FLUXUS+ Potsdam, Roulette New York, Padiglione Italia nel Mondo/54° Biennale di Venezia. Co-fondatrice di Corvo Records - produzione vinile & sound art, ha preso parte al progetto Errant Bodies a Berlino e conduce workshop interdisciplinari come The Space between Voice and Gesture.
Come vocalist ha collaborato con molti compositori, coreografi, poeti e artisti visivi: Zorka Wollny, Brandon LaBelle, Maria Iorio & Raphaël Cuomo, Noha Ramadan, Ines Lechleitner, Irena Tomažin, SJ Fowler, Gabriel Dharmoo, Tomomi Adachi, Seiji Morimoto, Steffi Weismann, Mark W. Sutherland e Marta Zapparoli.
Alessandra Eramo, Ph. Camille Blake
Abdellah M. Hassak è un sound artist, produttore musicale e ingegnere delle nuove tecnologie di base a Casablanca (Marocco). Il suo lavoro sonoro è incentrato sull'uso delle tecnologie digitali e sulla codifica ed elaborazione dei dati; la sua ricerca investiga luoghi e città e le loro trasformazioni sociale e culturali. Il lavoro di Hassak emerge nelle forme di performance poetiche e interattive ed è legato a concetti sonori come paesaggio sonoro, risonanza, glitch, frequenza e rumore. Attraverso queste diverse modalità di ricerca e produzione, crea le proprie narrazioni sonore che mettono in discussione l'immortalità del momento e la memoria. Come musicista e dj, si presenta e suona con il nome di DUBOSMIUM, GUEDRA GUEDRA, DIGITAL TURBANS e molti altri: le sue performance da solista creano ambienti immersivi e narrazioni poetiche, utilizzando apparecchiature analogiche o digitali.
Lo scorso novembre 2019 Abdellah M. Hassak è stato ospite di Pratiques d'Hospitalité, a Grenoble, per una residenza di ricerca organizzata con la nostra complicità e la collaborazione del CRESSON - Centre for research on sound space and urban environment.
Josèfa Ntjam è un artista multidisciplinare. Nella sua pratica combina scultura, fotomontaggio, performance, film e scrittura. Internet e i libri di scienze naturali sono i suoi bacini di analisi e raccolta di materiali, per poi usare il collage - di immagini, parole, suoni e storie - come metodo per decostruire le grandi narrazioni storiche e i loro impliciti discorsi egemonici su idee di autenticità, origine, dentità e razza.
Il suo lavoro intreccia molteplici narrazioni che estrapola da eventi storici, dati scientifici o concetti filosofici. Narrazioni che Ntjam mette in dialogo con la mitologia africana, i rituali ancestrali e la fantascienza. La fusioni di discorsi e iconografie eterogenei permette all'artista di recuperare la Storia e di speculare su mondi non ancora definiti nello spazio e nel tempo, interstiziali e futuribili, dove si possono immaginare forme inedite di esseri ed identità. Da qui, Ntjam compone cartografie utopiche e fiction in cui tecnologia, viaggi intergalattici e ipotetiche civiltà sottomarine diventano la matrice di una pratica di emancipazione per l'emergere di comunità inclusive, in fieri e resilienti.
I suoi lavori e le sue performance sono stati presentati in mostre internazionali, tra cui Anticorps, Palais de Tokyo, Parigi (2020); Paysage alentour, Centre Pompidou, Parigi (2020); Risquons-tout, WIELS, Bruxelles (2020); Climate Knowledges, MAMA, Rotterdam (2020); 15a Biennale de Lyon, MAC Lyon, Lione (2019); Feminism, Gender, Resistance – Act 3, Arnolfini, Bristol (2019); e Allegoria, duo Show con Kaeto Sweeney, Hordaland Art Center, Bergen, Norvegia (2019). Ntjam è membro del collettivo parigino Black(s) to the Future.
Lydia Ourahmane (nata nel 1992, Saïda) è un'artista multidisciplinare di base ad Algeri. La sua pratica esplora le principali questioni geopolitiche del nostro tempo, mettendo alla prova la permeabilità dei confini e l'esservi in equilibrio costante. Negli ultimi anni il suo lavoro si è concentrato su complesse storie di colonialismo e migrazione, in un'esplorazione poetica del presente, del personale e del politico. Si è laureata alla Goldsmiths University di Londra nel 2014 e ha esposto a livello internazionale. Tra le mostre recenti si segnalano: Solar Cry, Wattis Institute of Contemporary Art, San Francisco; Homeless Souls, Louisiana Museum of Modern Art, Danimarca; Crude, Jameel Art Center, Dubai; Manifesta 12, Palermo; Jaou, Tunisi; Droit du sang, Kunstverein München, Monaco; 2018 New Museum Triennial: Songs for Sabotage, New Museum, New York; The You In Us, Chisenhale Gallery, Londra.
Amelia Umuhire è un’artista e regista ruandese di base a Berlino. Ha scritto, diretto e prodotto la serie web Polyglot - opera vincitrice come miglior serie web tedesca al Webfest Berlin nel 2015 - il cortometraggio sperimentale Mugabo e il documentario radiofonico Vaterland, nominato nel 2018 al Prix Europa. Nel 2020 è stata tra le vincitrici del Premio Villa Romana e sta completando il suo ultimo film.